Cacca Ice Cream

Vengono serviti, riveriti e coccolati da mane a sera. Hanno un pasto sicuro e mangiano abbondante e spesso variegato, anche se la maggior parte delle volte non hanno nessuna pretesa. Quando escono se ne hanno necessità vengono sempre accompagnati. Se vogliono ti urinano sull’uscio e comunque lo fanno dove il desiderio li direziona. Se devono fare la popò la fanno con il sedere all’aria asciugando poi le chiappe al vento come la natura vuole, e hanno spesso una signora con la borsetta rosa e l’odor di calendula che gli raccoglie il prodotto interno lordo con i nuovi fazzoletti al gusto di menta. Il peggio che può succedere è che si puliscano il ricciolino rimasto sul divano di casa. Nessuno li giudica per questo, anzi la maggior parte delle volte vengono salutati con un sorriso e una carezza. Non si lavano, al massimo si lasciano lavare, non si preoccupano di pettinarsi, o di rifarsi il letto, o di prepararsi da mangiare, c’è sempre qualcuno che pensa a loro.

Chi sono? Dei miliardari eccentrici? No, sono i cani, tra gli animali domestici più esigenti e fortunati. Molti tra quelli di loro che vivono in Italia, campano meglio della maggior parte degli abitanti del pianeta terra, alcuni dei quali devono bere il loro sangue e mangiare terra sporca per non morire. In questo mondo dove lo stravolgimento è ormai completo, persino gli animali contano più degli esseri umani e dei ricercatori precari. In un’Europa infettata dall’instabilità mentale degli italiani, popolo esasperato dal progresso, si sta per varare una legge per la quale gli animali dovranno essere tutelati al pari degli esseri umani. E gli esseri umani pagheranno non più solo i maltrattamenti, ma anche se il cordino del guinzaglio sarà troppo corto, se il bagnetto non sarà abbastanza tiepido, se il pasto non sarà sufficientemente buono.

Allora, visto che un bambino etilope da accudire non lo vuoi, prendi me, scegli me! Mangio qualsiasi cosa, imparo immediatamente il punto in cui devo fare i bisogni e posso anche cambiarmi la sabbietta da solo. Sebbene possa divertirti con un discreto numero di giochetti, rimango la maggior parte del tempo in un angolo del divano a leccarmi le gonadi, e all’occorrenza posso coinvolgerti in una piacevole conversazione. Non sporco quasi per niente, perdo solo un po’ di pelo, e ci sono dei rari giorni in cui sono adorabile.

Lucchetto

Nuovo post, diario aperto per futura memoria, per ricordarmi che è passata un’altra di quelle congiunzioni astrali che attraversano le nostre esistenze come un treno appena partito, e che hai tardato a prendere per una manciata di secondi, o perchè come succede la maggior parte delle volte, non avevi capito che quello era un treno.

Ancora una volta, ma stavolta nel tempo di una nutazione non di un’eclissi, mi trovai per un incrocio a raso dove convergevano strade che avevo percorso, (altro…)

Zio Piero Laureato

Domani, appena il nostro pianeta si sarà fatto un giro, sarà un piccolo passo per te un grande passo per lo zio Piero che si prende la laurea. Non è una nuova malattia, ma il suo lavoro descritto in sintesi da una di quelle improponibili frasi che compaiono nella copertina delle tesi: “Onirical angular decoder and phototransaminasi reliabilité for space applications”, che in italiano suona più o meno come: “Un occhio angolare al decoder nel fototransister per la realizzabilità di maggiore spazio nelle applicazioni“: un’altra ottima tesi sull’influenza economica di questo blog tra le fasce di Van Hallen.

In Francia è stata un’avventura, che mano possiamo avergli dato noi lontani? Abbiamo cercato di stargli vicino sopratutto nei primi giorni, nei quali è stato lasciato li abbandonato a se stesso, con il suo ragno. Da quel tempo è passata un sacco di acqua sotto i ponti della Garonna, e lui imperterrito è riuscito a costruire con le sue sole forze qualcosa di formidabile che gli sarebbe stato impossibile creare nei nostri loculi universitari dove niente permette di utilizzare la creatività e accrescere la conoscenza per lavorare nella ricerca.

Persino quei puzzoni dei francesi ne hanno compreso la grandezza e ora lo rivogliono indietro, ma noi non vorremmo darglielo: “Restituiteci la gioconda e lo zio Piero“, urlava il Moretti incatenatosi nudo sulle colonne più alte del bastione. Ma lo zio Piero andrà là dove può costruire con le sue mani da chitarrina i dispositivi jazz più fantastici del mondo. Lo aspetteremo, fino a quando tornerà ricco bello e famoso, con l’accento francese e il mignolino sollevato, così anche io potrò realizzare il mio sogno: diventare come lo zio Piero (ma senza accento francese), un misterioso personaggio di peluche, un incredibile essere umano, un carissimo indispensabile amico!

Auguri zio Piero, evviva lo zio Piero!