Domani, appena il nostro pianeta si sarà fatto un giro, sarà un piccolo passo per te un grande passo per lo zio Piero che si prende la laurea. Non è una nuova malattia, ma il suo lavoro descritto in sintesi da una di quelle improponibili frasi che compaiono nella copertina delle tesi: “Onirical angular decoder and phototransaminasi reliabilité for space applications”, che in italiano suona più o meno come: “Un occhio angolare al decoder nel fototransister per la realizzabilità di maggiore spazio nelle applicazioni“: un’altra ottima tesi sull’influenza economica di questo blog tra le fasce di Van Hallen.
In Francia è stata un’avventura, che mano possiamo avergli dato noi lontani? Abbiamo cercato di stargli vicino sopratutto nei primi giorni, nei quali è stato lasciato li abbandonato a se stesso, con il suo ragno. Da quel tempo è passata un sacco di acqua sotto i ponti della Garonna, e lui imperterrito è riuscito a costruire con le sue sole forze qualcosa di formidabile che gli sarebbe stato impossibile creare nei nostri loculi universitari dove niente permette di utilizzare la creatività e accrescere la conoscenza per lavorare nella ricerca.
Persino quei puzzoni dei francesi ne hanno compreso la grandezza e ora lo rivogliono indietro, ma noi non vorremmo darglielo: “Restituiteci la gioconda e lo zio Piero“, urlava il Moretti incatenatosi nudo sulle colonne più alte del bastione. Ma lo zio Piero andrà là dove può costruire con le sue mani da chitarrina i dispositivi jazz più fantastici del mondo. Lo aspetteremo, fino a quando tornerà ricco bello e famoso, con l’accento francese e il mignolino sollevato, così anche io potrò realizzare il mio sogno: diventare come lo zio Piero (ma senza accento francese), un misterioso personaggio di peluche, un incredibile essere umano, un carissimo indispensabile amico!
Auguri zio Piero, evviva lo zio Piero!